L’Associazione “I Diritti Civili nel 2000, Salvamamme Salvabebè”, opera da oltre quindici anni intervenendo nei momenti cruciali dell’abbandono e della solitudine delle mamme e delle famiglie in condizioni di grave disagio socio-economico: gli ultimi tempi della gravidanza, i giorni difficili dopo il parto, l’interminabile primo anno della maternità, quando un momento di calore al primo incontro diventa un’ancora di salvezza e il corredino che la mamma riceve il primo passo di un lungo cammino. Ma subito dopo il supporto si estende all’ambito sanitario, psicologico, legale, logistico, pedagogico, formativo: l’incontro diventa sovente consuetudine, mamme assistite si fanno volontarie dell’Associazione.
“Salvamamme” è un progetto unico: crediamo nella solidarietà come valore fondante della persona e anima dell’intervento immediato e concreto su quello che serve e quando serve: il giorno. la notte, le domeniche…un telefono sempre acceso…
“Salvamamme” è un mondo dinamico: cresce ogni giorno stringendo a sé mamme e famiglie alla deriva. Le giornate sono a volte di ventiquattrore: come lasciare in strada e nella notte una mamma con il neonato o un bebè privo di tutto e a rischio di vita? La famiglia in lacrime perché l’ospedale non dimette il neonato senza la carrozzina; decine e decine di mamme fuori dalla porta ogni mattina, ognuna con il suo problema, ognuna con la sua richiesta: lacrime, rabbia, rassegnazione, solitudine…risposte in tempo reale…sorrisi di bimbi in sedi senza porte, dove tutto è accessibile a tutti e migliaia di cittadini sensibili e attenti depositano tonnellate di aiuti, ingestibili a volte…
“Salvamamme” è estremo, non può essere raccontato, viverlo sì; è incomprensibile ai più, mentre “charity” generiche fanno man bassa di tutto; poco sappiamo chiedere e non molliamo mai e tutto questo ha dei costi…e il figlio dei braccianti italiani ”non ha i panni” e il tempo è cambiato; la ragazzina non può uscire di casa e la pancia di sette mesi non entra nei vestiti; la signora col tumore è incinta e disperatamente sola; l’operaio italiano con quattro figli ha deciso di volare dal quarto piano, disoccupato da un anno e senza i piccoli non può vivere; all’immigrato romeno pare i pedofili abbiano rapito il bambino e non ha nemmeno cinque euro sul telefono per chiedere notizie…
Così “Salvamamme” ogni giorno è chiamato in causa.
Può rispondere a tutto?
Ci sta provando come da un fronte e la tentazione di tornare indietro è grande, ma non c’è all’orizzonte un altro qualcuno in grado di prendere oggi il nostro posto. Fede, fiducia, momenti amari, senso di abbandono scandiscono le nostre giornate: forse cela faremo forse no. Comunque ogni giorno volontarie, bambini, mamme facciamo un passo avanti, fuori dalla morsa del fango.
Salvamamme ringrazia le istituzioni e i volontari che ci sostengono, permettendo a migliaia di famiglie di continuare a sperare.